La programmazione didattica delle classi quarte dell’indirizzo di Grafica e Comunicazione verte sulla fotografia, storia e pratica. La mostra “IO,LEI, L’ALTRA, ritratti fotografici e autoritratti di donne artiste” organizzata dall’ERPAC al magazzino delle idee di Trieste, tratta di un percorso che va dalle origini della storia della fotografia fino alle ricerche più attuali con un originale taglio curatoriale e fotografie d’eccezione. Anche l’allestimento, nonché la grafica del pieghevole sono stati degni di nota, non ultimo perché il prossimo anno l’allestimento e la comunicazione di una mostra saranno nel programma della materia Organizzazione e gestione dei processi aziendale.
Gli studenti della 4CGC e della 4EGC sono andati preparati e tornati entusiasti, sia per il motivo prettamente culturale dell’aver visto le opere di artisti e artiste di cui si era parlato in classe, sia per motivi legati al socializzare. La fruizione della fotografia avviene prevalentemente tramite mezzi digitali che falsano le dimensioni; avere la possibilità di confrontarsi con la realtà è un’esperienza didattica preziosa. Due anni di restrizione rendono le uscite didattiche momenti di crescita preziosi in quanto consentono di confrontarsi con l’altro.
La mostra si dipana su due tracce contemporaneamente, quella cronologica e quella concettuale con un allestimento dinamico e scenografico dove la successione delle stanze permette di illustrare agevolmente l’una e l’altra. Citazioni e didascalie aiutano la comprensione. Noi, tuttavia, abbiamo avuto il privilegio di due guide, richieste da me e fornite dalla regione, che hanno accompagnato nella visita i due gruppi di 18 e 19 studenti in cui ci siamo divisi, con due docenti ciascuno (A.A. Lombardi e G. Rossi; C. Picco e P. Pierno).
La mostra è suddivisa in sezioni, ognuna delle quali rende conto di una diversa forma di rappresentazione dei ruoli che le donne interpretano nelle fotografie. La sezione “Artiste e modelle” è dedicata alle donne che sono state creatrici e allo stesso tempo hanno prestato i loro volti e i loro corpi per opere altrui, come è il caso di Meret Oppenheim, Tina Modotti, Dora Maar. La sezione intitolata “Il corpo in frammenti” raccoglie gli autoritratti che restituiscono immagini di corpi parziali, riflessi in specchi fratturati, con l’epidermide percorsa da linee che ne interrompono l’integrità, come se in ciò si rispecchiasse la difficoltà di rappresentarsi. I ritratti degli anni Settanta che hanno per protagoniste Valie Export, Jo Spence e Renate Bertlmann mimano ironicamente l’immagine tradizionale della donna come madre, donna di casa o oggetto sessuale. “Una, nessuna e centomila” raccoglie gli autoritratti delle artiste che, da Claude Cahun a Cindy Sherman, hanno utilizzato il proprio corpo per interpretare attraverso mascheramenti identità o stereotipi diversi. Un’altra sezione affronta il tema degli stereotipi nella rappresentazione dalle identità culturali e sessuali, un’altra ancora a quelli nella definizione dei canoni di bellezza.
Tutti gli studenti hanno partecipato attentamente nelle due ore impiegate per concludere il percorso, con domande pertinenti, stimolati dal taglio curatoriale, che mette in evidenza il punto di vista femminile come si evince dai testi introduttivi proposti:
“Il ritratto e l’autoritratto fotografico sono una testimonianza straordinaria del difficile processo di affermazione di sé e della conquista di una nuova identità sociale da parte delle artiste donne nel Novecento e nei primi anni del nuovo secolo. I ritratti e gli autoritratti sono luoghi di confronto, ma anche di conflitto fra espressioni diverse dell’identità. Da modella al servizio di un artista la donna si trasforma in figura attiva e creativa. Ai ritratti eseguiti da uomini – come Man Ray, Edward Weston, Henry Cartier-Bresson, Robert Mapplethorpe, solo per citare alcuni dei fotografi presentati in mostra – si accostano ritratti e autoritratti di donne artiste e fotografe, tra cui Wanda Wulz, Inge Morath, Vivian Maier, Nan Goldin, Cindy Sherman, Marina Abramović.
Il rapporto fra soggetto e autore della foto contribuisce alla stratificazione dei significati e arricchisce le possibilità di interpretazione. Se l’intuito ci porta a pensare che le autorappresentazioni offrano un’immagine dell’autore più autentica rispetto ai ritratti eseguiti da altri, le opere raccontano una storia spesso diversa in cui le donne dimostrano di saper imporre la propria personalità a colui che sta dall’altra parte dell’obiettivo; allo stesso tempo i fotografi rivelano una straordinaria capacità nell’interpretare il carattere di chi sta loro di fronte. Leonor Fini, la marchesa Luisa Casati, Meret Oppenheim si servono dell’obiettivo dei colleghi uomini per esprimere tutto il loro fascino e la loro forza seduttiva. Florence Henri, Francesca Woodman e Nan Goldin al contrario, puntano su di sé l’obiettivo della macchina fotografica per rivelare a loro stesse e a chi le osserva aspetti celati della propria personalità, mettendo in scena, in alcuni casi, le proprie debolezze.”
Trieste, 1 maggio 2022
Prof.ssa Anna Aurora Lombardi
Faccio seguito a questo articolo con alcune frasi scritte dagli studenti della 4CGC dopo la visita alla mostra “Io, lei, l’altra, ritratti e autoritratti fotografici di donne artista”.
Una mostra ricca di significato, riepilogativa di un percorso che abbiamo intrapreso in classe, capace di conferire un valore diverso alla donna rispetto al punto di vista più comune.
La vorrei descrivere tramite due aggettivi: coraggiosa e potente. Ritengo inoltre che l’esposizione sia stata chiara ed efficace.
Francesca Moletta
La mostra cambia quello che è il concetto di rappresentazione del bello “ideale ” spingendosi su temi anticonvenzionali. A mio parere molto bella anche nel suo grottesco.
Antofie Andrei Eduard
Mi ha aiutato ad avvicinarmi ancora di più al mondo della fotografia.
Filippo Copetti
La mostra ha rappresentato l’unione di tutti i vari concetti di cui abbiamo trattato durante le lezioni.
Luca Fabbro
La mostra ci ha aiutato a vedere con occhi diversi gli argomenti presentati a lezione, a capire l’arte e gli artisti in modo differente.
Isabel Pez
A parer mio la mostra credo mi aiuterà a vedere come fotografare qualcosa perché ci sono molte modalità e tecniche per un solo tipo di fotografia, ossia “l’autoritratto”.
Samuele Trevisan
La mostra ci ha fatto capire tutti i concetti e riflessioni che ci possono essere dietro ad una fotografia.
Gianluca Ugoletti